I cambiamenti climatici che interessano il nostro pianeta da decenni si riversano anche sulle abitazioni aumentando le crepe nei muri. E’ evidente che lo stress da caldo estivo interessa maggiormente il nostro territorio. Basti pensare alla siccità che incombe sui nostri laghi e fiumi a partire dai periodi invernali.
“Secondo lo studio presentato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini all’assemblea nazionale dell’ Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi) con la presentazione congiunta del piano invasi contro la siccità, «Il 2022 si classifica nel primo semestre in Italia come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola con un calo del 45%.
Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.”
Allarme siccità in tutto il territorio: l'aumento delle crepe nei muri
L’alternanza di siccità e piogge torrenziali favoriscono lo sviluppo di cedimenti differenziali, ovvero il risultato delle deformazioni nel volume significativo di terreno al di sotto del piano di posa.
Questi sono causati da fenomeni di ritiro e rigonfiamento delle argille e/o sovraconsolidamento di terreni coesi (essiccamento delle argille).
Immaginiamo il terreno di fondazione come una spugna: durante i periodi di siccità il terreno di fondazione si disidrata e di conseguenza cede in maniera differenziale.
Con la fondazione cede allo stesso modo anche la struttura sulla quale è edificata l’abitazione causando le crepe nei muri; durante i periodi di piogge torrenziali il terreno di fondazione si rigonfia grazie all’idratazione, ma sempre in maniera disomogenea.
L’alternanza di questi periodi fa si che il terreno di fondazione riduce il suo volume e lo riacquista in maniera differenziale. Queste perdite e riacquisto di volume favoriscono lo sviluppo di crepe orizzontali, verticali e/o oblique poichè non vi è un recupero del quadro fessurativo totale, ma solo parziale.
Spiegazione fenomeno di ritiro e rigonfiamento delle argille e sovraconsolidamento dei terreni
Il fenomeno di “ritiro-rigonfiamento delle argille (o RGA) designa i movimenti alternati (e spesso ripetuti nel tempo) di ritiro e rigonfiamento del suolo, associati rispettivamente alle fasi di siccità e di reidratazione dei terreni cosiddetti “ rigonfianti ” o “ espansivi ”.”
Un’argilla sovraconsolidata è un’argilla che nel corso della sua storia geologica è stata sottoposta ad una tensione efficace massima superiore a quella attuale. Perché un terreno abbia tale caratteristica è necessario che nel corso della sua storia geologica abbia subito processi di scarico tensionale, ad esempio causati da erosione di parte del terreno sovrastante che lo caricava.
Cambiamenti climatici e crepe nei muri
Come recuperare il quadro fessurativo? L’elettrosmosi attiva permette il recupero totale del quadro fessurativo.
Attraverso un processo di reidratazione del terreno in maniera omogenea si ottiene il consolidamento del terreno di fondazione e la richiusura naturale delle crepe.
L’impianto di consolidamento tramite elettrosmosi circoscrive l’area da trattare e con la creazione di un campo elettrico l’acqua resta intrappolata al di sotto della fondazione. In questo modo sarà sempre a disposizione per essere prelevata e indirizzata al di sotto della fondazione quando necessario, ovvero nei periodi in cui il terreno è disidratato.
La barriera elettrosmotica creata dall’impianto permette alla struttura una protezione per tutto il periodo della durata dell’impianto e l’arresto dei fenomeni di cedimenti differenziali delle fondazioni poichè la fondazione è sempre idratata in maniera ottimale.
Risultati consolidamento con elettrosmosi attiva
Risultati prima e dopo installazione impianto di consolidamento con elettrosmosi attiva per arrestare i cedimenti differenziali.
Ovviamente come già detto in altri articoli le cause del cedimento del terreno differenziale sono diverse, i cambiamenti climatici sono solo uno dei fattori che contribuiscono alla generazione di questo fenomeno.
Se non si interviene per consolidare la fondazione al di sotto dell’abitazione, a lungo andare, si mette a rischio lo stato di fatto dell’immobile e la sicurezza di chi ci vive all’interno.
E’ fortemente consigliato, qualora dovessero essere notate crepe nei muri verticali, orizzontali e/o oblique, un sopralluogo da parte di un tecnico specializzato che individui la causa del problema.
Sono fortemente consigliate le indagini geologiche che analizzano il terreno di fondazione individuandone le caratteristiche e i fenomeni in atto (se ritiro e rigonfiamento delle argille, sovraconsolidamento da essiccamento delle argille o altro).
Perché scegliere l'elettrosmosi attiva per il consolidamento e quanto cosa?
Rispetto agli altri interventi, il consolidamento delle fondazioni con elettrosmosi attiva è il rimedio più economico, meno invasivo e rapido per eliminare le crepe nei muri e arrestare i cedimenti differenziali.
L’intervento ha una durata media di 5 gg (considerando un’abitazione di 50 metri lineari di perimetro). Il costo è al di sotto degli altri metodi in commercio come pali/micropali e resine e la soluzione proposta è del tutto naturale.
Solo l’intervento con elettrosmosi attiva è in grado di risolvere il problema all’origine, evitando l’insorgere di nuovi cedimenti in futuro.
Elettrosmosi attiva confronto con altri metodi
I pali e i micropali aggirano il problema, trasferiscono i carichi al terreno più resistente in profondità e comunque non interessato da ritiro/rigonfiamento. Inoltre l’intervento è molto invasivo e, generalmente, costoso e se limitato ai soli punti dove si ha la lesione, non impedirà l’insorgere di nuove lesioni (crepe) nei punti non trattati.
Le resine intervengono sugli effetti, riempendo i vuoti presenti allo stato di fatto e risollevano gli edifici nei soli punti dove si manifesta la lesione. L’intervento con resine però è limitato ai punti dove si ha la lesione, non è risolutivo del fenomeno, che tornerà a manifestarsi nel tempo.
L’elettrosmosi attiva interviene sulle cause del cedimento, riempie i vuoti interstiziali evitando che si formino di nuovo, richiamando l’acqua in essi e gli edifici si risollevano.
Il recupero del quadro fessurativo, previo indagini geologiche, è garantito.
Foto indicative installazione impianto di consolidamento tramite elettrosmosi.
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